Si stima che il 37% di frutta e verdura venga venduto confezionato. A Parigi, dal 1° gennaio, 30 tipi di frutta e verdura fresca devono essere venduti senza imballaggi in plastica.
La Francia punta a ridurre l’uso della plastica al supermercato. Il Governo ha pubblicato un elenco di 30 tipi di frutta e verdura fresca che, a partire dal 1° gennaio di quest’anno, sono venduti senza imballaggi in plastica.
L’elenco include mele, pere, banane, arance, clementine, kiwi, mandarini, limoni, pompelmi, prugne, meloni, ananas, mango, frutto della passione e cachi per la frutta, mentre per gli ortaggi ci sono porri, zucchine, melanzane, peperoni, cetrioli, patate e carote “normali”, pomodori tondi, cipolle e rape “normali”, cavoli, cavolfiori, zucca, pastinache, ravanelli, ortaggi a radice.
In Francia si stima che il 37% di frutta e verdura venga venduto con imballaggi e che la nuova misura eviterà l’uso di più di un miliardo di imballaggi in plastica all’anno. La norma prevede anche che la frutta tagliata e un numero limitato di frutta e verdure delicate possano ancora essere vendute con imballaggi in plastica, che verranno gradualmente eliminati entro giugno 2026.
Entro la fine di giugno 2023 saranno invece vietati gli imballaggi in plastica per pomodorini, fagiolini e pesche, entro la fine del 2024 sarà lo stesso per indivia, asparagi, funghi, alcune insalate, erbe aromatiche e ciliegie; infine, il 30 giugno 2026 sarà il termine per lamponi, fragole e altri frutti di bosco.
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La lotta all’illegalità nel settore degli imballaggi in bioplastica compostabile si intensifica grazie a una piattaforma online realizzata da Biorepack in collaborazione con Assobioplastiche
In anticipo di due anni rispetto a quanto previsto dall’Unione Europea. La disposizione impone ai Comuni italiani di attivare un servizio di raccolta differenziata della frazione umida, inclusi gli imballaggi biodegradabili e compostabili, certificati EN 13432.
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L’Italia è un esempio e ha già fatto “un sacco di lavoro” nell’utilizzo degli imballaggi compostabili, specie per usi alimentari. Lo ha detto la rappresentante dell’Association for Renewable Energy and Clean Technology (REA) in audizione alla Commissione ambiente e alimentazione del Parlamento inglese.
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