Nella gestione dell’umido Milano è un caso di successo

Milano rappresenta senza dubbio un caso di successo nella gestione dei rifiuti umidi e, all’interno di essi, delle bioplastiche compostabili: il capoluogo lombardo attualmente raccoglie il doppio degli scarti organici rispetto a qualsiasi altra città europea, con un valore medio di oltre 100 kg di rifiuti organici per abitante, per anno.

Dai dati Amsa, la locale azienda di igiene urbana, emerge che sono 154mila le tonnellate di scarti alimentari raccolti a Milano nel 2019. Partendo da questo dato, secondo i coefficienti di Legambiente, la CO2 risparmiata rispetto allo smaltimento in discarica si aggirerebbe intorno alle 32.000 tonnellate annue.

Dal punto di vista economico, includendo anche le numerose attività correlate al riciclo della frazione organica (ad esempio i servizi di raccolta, il supporto tecnico per la realizzazione e la progettazione di impianti, le attività per la valorizzazione e l’impiego del compost), il fatturato prodotto supera i 41 milioni di euro. La raccolta differenziata dell’organico è entrata in vigore a novembre 2012 (direttamente con la modalità porta a porta, già utilizzata per le altre frazioni) ed è stata estesa a tutta la città a partire dal giugno 2014. La frazione organica transita per la stazione di trasferimento Maserati Light per essere caricata su veicoli di maggiori dimensioni e inviata presso gli impianti della Montello SpA nel bergamasco, dove viene trasformata in biogas, biometano e CO2 attraverso i processi di digestione anaerobica, e in ammendante compostato attraverso processi di digestione aerobica. Gli scarti negli impianti di trattamento biologico dipendono molto dalla purezza della FORSU: i dati ISPRA riferiti all’intero impianto della Montello indicano uno scarto dell’8,6%.