Oltre 139mila prodotti in commercio analizzati da Immagino. Tra le principali evidenze, una presenza ancora ridotta dell'indicazione di compostabilità
Continua a mancare nei supermercati la comunicazione in etichetta sulla certificazione della compostabilità degli imballaggi con l’invito a conferirli tra i rifiuti organici della raccolta differenziata. Lo evidenzia la quinta edizione di Identipack, Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging per il largo consumo, frutto della collaborazione tra Conai e GS1 Italy, che analizza le informazioni riportate sulle confezioni di oltre 139mila prodotti, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e incrociate con i dati NielsenIQ sul venduto in ipermercati e supermercati italiani nel corso del 2023.
I migliori: freddo e ortofrutta
Anche nel 2023 quest’informazione è rimasta merce rara nell’universo dei prodotti alimentari proposti in supermercati e ipermercati: la indica in etichetta solamente lo 0,2% delle referenze a scaffale e lo 0,3% del numero di confezioni vendute nel 2023. La situazione è rimasta invariata rispetto al 2022 e mostra una sostanziale stabilità anche nel medio periodo. Dunque, considerando diversi elementi costitutivi del packaging (confezione, imballaggio, busta, pellicola, barattolo, bottiglia), attualmente solo 342 prodotti a scaffale dichiarano in etichetta di essere venduti in confezioni dotate di certificazione di compostabilità. Complessivamente nel 2023 le loro vendite sono ammontate a 70,2 milioni di confezioni. Anche il dettaglio delle singole aree merceologiche conferma che, analogamente agli anni precedenti, questo tipo di comunicazione si concentra principalmente in tre comparti: le aree merceologiche con una presenza più diffusa restano il freddo con l’1,3% delle referenze, l’ortofrutta con l’1,1% e il cura casa con lo 0,8%. Allineato alla media il cura persona (0,2%) mentre le altre aree merceologiche restano al di sotto del valore medio. Rispetto al 2022, l’incidenza è salita solo nell’ortofrutta (+0,1%) mentre è rimasta stabile in tutte le altre aree merceologiche ad eccezione di cura casa e bevande, entrambe lievemente arretrate su base annua (-0,1%).
I prodotti che entrano nel carrello
Se si passa invece a una lettura per numero di confezioni vendute nel 2023 in supermercati e ipermercati, Identipack conferma quanto emerso dall’analisi per numerica delle referenze con uno scenario simile a quello delineato per il 2022: l’incidenza delle confezioni sulle cui etichette compaiono le certificazioni di compostabilità del packaging è ferma allo 0,3% del totale. L’ortofrutta confezionata è la categoria con la maggiore incidenza pari all’1,9%, seguita da surgelati e gelati (1,6%), da prodotti destinati al cura casa (1,3%), da prodotti per la cura e l’igiene personale (0,7%) e da freschi (0,4%). Quest’ultimo è l’unico reparto che ha accresciuto la sua quota rispetto all’anno precedente (+0,1 punti percentuali), cura casa e cura persona sono rimasti stabili mentre ortofrutta e freddo sono arretrati rispettivamente di 0,1 e di 0,2 punti percentuali. La quota maggiore di prodotti venduti in confezioni e imballaggi certificati come compostabili compete ai retailer. Sono, infatti, le private label a detenere la maggior incidenza sui volumi, con lo 0,7% del numero complessivo di confezioni vendute durante il 2023. Un dato allineato a quello del 2022. Anche i fornitori top 20 sono rimasti stabili, confermando una quota dello 0,2% di confezioni compostabili sul numero totale di quelle vendute durante il 2023. Gli unici ad aver registrato una crescita nel corso dell’anno sono stati i fornitori tra il ventunesimo al duecentesimo posto per giro d’affari, che sono avanzati di 0,1 punti percentuali raggiungendo le altre tipologie di fornitori della GDO, con un’incidenza dello 0,2% sui volumi annui dei prodotti venduti in confezioni presentate in etichetta come compostabili.
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