Tra le criticità del settore: la crescita zero della quantità di umido raccolto e il calo della qualità merceologica della frazione umida
Sono state raccolte in Italia 7,25 milioni di tonnellate di rifiuti organici tra frazione umida (5,46 milioni di tonnellate) e verde (1,79 milioni di tonnellate). Il dato, del 2022, registra una diminuzione di circa 144.000 tonnellate rispetto all’anno precedente. Dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, sono state ottenute circa 1,9 milioni di tonnellate di compost e 409 milioni di metri cubi di biogas. A snocciolare i dati è il Centro Studi del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) a partire dal Rapporto Rifiuti Edizione 2023 dell’ISPRA, che ha infatti elaborato e analizzato i dati per raccontare l’andamento della produzione e della raccolta dei rifiuti a matrice organica in Italia.
Frazione Umida: i numeri della raccolta
I rifiuti organici rappresentano oltre il 38% dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, confermandosi la prima frazione raccolta per quantità relativa. Tuttavia, si sottolinea come la raccolta differenziata della frazione umida negli ultimi anni abbia rallentato fortemente la crescita. Con una raccolta differenziata pari a circa 5.457.000 tonnellate, la frazione umida si allinea sostanzialmente al dato del 2021, con una flessione di 4.400 tonnellate in valore assoluto, ma con un modesto aumento di 0,1 kg/ab in termini di intercettazione pro capite, raggiungendo quindi i 92,7 kg/ab. Inoltre, cresce la popolazione coinvolta: come sottolinea il Centro Studi CIC, nel 2022 si supera il 90% della popolazione nazionale (con più di 50 Kg/ab), tenendo conto che nel 2012 era poco più del 55% e nel 2017 meno dell’80%. Sono però ancora circa 5 milioni gli abitanti residenti in comuni con livelli di intercettazione della frazione umida con ampi margini di miglioramento, oltre ai comuni che ancora oggi non hanno attivato servizi dedicati di raccolta dell’umido.
Dal riciclo dei rifiuti a matrice organica, nel 2022 sono state prodotte circa 1,9 milioni di tonnellate di compost. In Italia il riciclo dei rifiuti organici nel 2022 è stato affidato a 357 impianti di trattamento biologico, uno in più rispetto all’anno precedente, autorizzati a trattare circa 12 milioni di ton/anno di rifiuti a matrice organica, oltre 750.000 mila ton/anno in più del 2021. Il totale dei rifiuti a matrice organica trattati ammonta a circa 8,35 milioni di tonnellate, circa 55.000 tonnellate in più dell’anno precedente. In particolare, sono 283 (10 in meno del 2021) gli impianti di solo compostaggio che producono compost.
Le criticità nella raccolta
Il CIC evidenzia una serie di criticità che il settore del biowaste dovrà affrontare nel breve e medio periodo: per quanto riguarda la frazione umida si sottolinea la necessità di puntare alla copertura delle raccolte su tutto il territorio nazionale. Anche se l’Italia ha introdotto già dal 1° gennaio 2022 l’obbligo di raccolta della frazione umida, anticipando di ben due anni il resto dell’Unione Europea, si rilevano ancora 675 comuni in cui non risulta essere stata attivata la raccolta differenziata della frazione umida, per un totale di oltre 900mila abitanti (il 49% circa al Sud, il 38% al Nord e il 12% nel Centro). Ci sono poi ulteriori 853 comuni, in cui risiedono circa 4,7 milioni di abitanti, che non raggiungono la soglia considerata ideale di 50 kg/ab/anno e sono pertanto suscettibili di miglioramenti significativi. È pertanto urgente implementare le raccolte differenziate dell’umido nei territori italiani in cui attualmente non vengono fatte e ottimizzare le stesse soprattutto laddove le intercettazioni risultano più basse. Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia, secondo le stime del Centro Studi CIC, la potenzialità massima di raccolta di rifiuto organico raggiungibile dall’Italia nel medio periodo è di 8,2 milioni di tonnellate l’anno, con una crescita di 800mila tonnellate, di cui circa 6,5 milioni di tonnellate/anno solo di frazione umida rispetto alle attuali 5,7 milioni di tonnellate/anno. CIC rileva inoltre che la purezza merceologica media della frazione umida raccolta è scesa dal 93,8% all’attuale 92,9%: la frazione umida raccolta e avviata agli impianti di trattamento presenta quindi una percentuale di materiali impropri (materiale non compatibile – MNC) pari al 7,1% del materiale conferito, il che colloca il rifiuto “nazionale” nella classe di qualità B rispetto al sistema di valutazione elaborato dal CIC.
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